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Tutto ciò che dovete sapere per indovinare il vostro matrimonio...

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Il Matrimonio Musulmano

Condizioni del matrimonio musulmano
La cerimonia del matrimonio
divorziare
Il matrimonio religioso senza matrimonio civile
La cerimonia del henné
Sullo statuto della donna nell'islam


Il Matrimonio Musulmano consiste in un semplice Fatiha, e non necessitare, in certi paesi musulmani, una cerimonia civile preliminare.
In nei paesi europei, la cerimonia civile preliminare è obbligatoria.

Condizioni del matrimonio musulmano

Un musulmano può sposare un'ebraica o una cristiana, ma non una donna che non crede in Dio. Una donna musulmana deve sposare un musulmana. Se il fidanzato non è, deve convertirsi all'islam per sposarsi.
Questa conversione può essere fatta nel segreto, ma visto ne di un matrimonio, deve essere fatta davanti ad un Iman.  (Vedere anche Il matrimonio interurbano-religioso )
La poligamia, autorizzata per il Corano, è vietata nei paesi occidentali, ed in certi paesi musulmani, come la Tunisia o la Turchia.
Il fidanzato deve una dote che ritorna alla sposa. Anticamente, questa dote ritornava alla famiglia dalla sposa.  

La cerimonia del matrimonio.                

Nei paesi "Occidentali", e nei paesi musulmani più avanzati (fare una ricerca su google), il matrimonio civile deve precedere il "fatiha" o matrimonio religioso :
Il matrimonio ha luogo dal genitore della fidanzata.  Alla fine della cerimonia del henné, la fidanzata è esposta in un locale, rivestita dei suoi fronzoli più begli e portante i suoi gioielli, ma, uniche le donne possono venire ad ammirarlo.
Poi, un Iman celebre il matrimonio, ma nella sua assenza tutto musulmana può farlo:  Dopo una preghiera di lode ad Allah, chiede al padre della fidanzata se consente a dare la sua ragazza in matrimonio, poi al fidanzato, se l'accetta. La fidanzata deve essere anche consenziente.  Infine, delle invocazioni sono fatte per i nuovi sposato.
È di costume, per la festa che segue, di invitare dei poveri ai festeggiamenti.

L'uomo come la donna ha la possibilità di divorziare in islam.

A. Secondo i testi dell'islam, il marito può, per divorziare, pronunciare la formula di divorzio, chiamato "talâq")
B. Se la donna non ha ricorso alla formula del "talâq", ha tuttavia il ricorso ad una delle tre seguenti possibilità :

1 - chiede a suo marito di pronunciare la formula di divorzio ed il marito lo fa
2 - gli propone il khul':  gli rende il douaire, usufrutto dei beni delle vedove, come una dote, che gli aveva dato al momento del matrimonio, e tutti i due mettono fine al loro stato coniugale
3 - sporge querela vicino al cadi, giudice in paese musulmano, per un certo numero di lagnanze, ed il cadi, dopo esame dello schienale, pronuncia il divorzio, chiamato qui "taf'rîq"). Il marito non può si opporre né fare chiamata.   Tra queste lagnanze c'è:  colpi e ferite, abbandono del focolare per il marito, rifiuto di provvedere ai bisogni finanziari della sposa, impotenza sessuale, presenza dal marito di una malattia repellente, non rispetto del contratto concernente il numero di spose.   C'è anche come causa valida un'avversione per il marito che trascina la decisione di non più volere vivere con lui.

Il matrimonio religioso senza matrimonio civile:  Fattore potenziale di rischio?

A credere i risultati di un studio dedicato dalla Signora Badra Mimouni, ricercatore ed insegnante alle facoltà delle scienze sociali dell'università di Oran, alla presa incaricata dei bambini assistiti, i 3/4 delle ragazze madri si sarebbe sposato seguito, unicamente, al rituale della recitazione di lei "  Fatiha."
Se il matrimonio resta, di un modo generale, per le donne, lo scopo estremo a raggiungere nella vita, non ne resta meno che, contrarre un'unione coniugale, accontentandosi solamente della lettura di lei "  Fatiha", non andare senza trascinare delle conseguenze nefaste per la donna di cui il matrimonio non è stato trascritto sui registri dello stato civile talvolta. Difatti, si trova degli uomini che, abusando della fiducia delle donne, assimilano questo matrimonio non dichiarato civilmente, ad un matrimonio di piacere del genere "  Moutaâ." Se il matrimonio, celebrato all'uscita della pronuncia rituale di lei "  Fatiha", è, di un punto di vista religiosa, valida, non ne resta meno che sul piano civile ed a causa di suo non trascrizione allo stato civile, va a trasformarsi per la donna in un vero calvario. Capita spesso che, stimandosi non essere obbligato a niente, l'uomo a costo dell'estremità di un certo tempo di vita comune il focolare coniugale.
La donna che, introduci tempo si è ritrovata incinta, non ha altre soluzioni che partorire sotto X. Non ha né atto di matrimonio, né documento di famiglia con dati anagrafici per dichiarare la nascita allo stato civile. Per la Signora Mimouni, il matrimonio religioso è un fattore di rischio. Gli uomini, spiega, sono molto mobili. Essendo alla ricerca del lavoro, non esitano ad andare di una regione ad un altro. Installandosi per un certo tempo in una regione, contraggono un matrimonio. Dopo avere assaporato il matrimonio, e seguito alla scoperta della gravidanza della donna, prendono, nella loro schiacciante maggioranza, la chiave dei campi, fuggono per trovare la libertà ed evitare di assumere le loro responsabilità dunque.
Sistemazione con le norme
Si trova dunque sempre dei religioso musulmani per celebrare, nell'illegalità, dei tali matrimoni, nessuno caso è conosciuto nelle altre confessioni. Salvo denuncia, e nell'assenza di registri, sembra tuttavia difficile di segnare i colpevoli e, a questo giorno, nessuno iman è stato condannato. Il controllo è di tanto più complicato ad esercitare che nella tradizione musulmana, un matrimonio religioso che non è un sacramento al contrario del matrimonio cattolico ma un contratto, può essere celebrato nella sfera privata per ogni persona devota scelta per le famiglie, purché rispetta quattro criteri:  presenza di due testimoni, del tutore della sposa, accordo sulla dote, enunciazione della formula per la quale il padre dello sposato chiede la mano della ragazza a suo padre.
Le ragioni che spingono questi giovani musulmani a liberarsi dalla legge sono spesso di ordine politico. Per i tenuti di un islam radicale, la precedenza data al matrimonio religioso permette loro di confutare le leggi di una repubblica di kouffars, non musulmani, e di riaffermare il carattere protestatore della loro corrente di pensiero. "Si tratta per essi di non patteggiare con le leggi non islamici", sottolinea M. Amghar. I salafistes rigettano ogni compromission con le società occidentali difatti dove vivono, privilegiando l'ascendente del religioso su tutti gli atti della loro vita.
Ma al di là di questa frangia radicale, il matrimonio religioso può costituire anche in vigore una sistemazione con le norme sociali nella comunità musulmana. Rimane simbolicamente più importante della cerimonia civile. Certi hanno anche, ci ricorso per avvalersi delle relazioni sessuali "in tutto molto ogni onore", per praticare la poligamia o per approfittare di procedure di ripudio più agile che queste di un divorzio.

La cerimonia del henné

L'utilizzazione del henné non è decorativa solamente, ha anche una dimensione magica. Difatti, il henné è reputato portare il Baraka (fortuna) e se è utilizzato in un contesto particolare come un matrimonio, è associato anche alla sensualità ed alla fecondità. Il henné, chiamato Hena in arabo, viene dell'ebraico Hen, gli ebrei sono stati i primi ad utilizzare il henné come fissatore per capelli che significa "trovare grazia." Abbellendo le sue mani all'epoca della cerimonia del henné, la sposa augura trovare grazie agli occhi di suo marito...
Il simbolico della Notte del henné
Deve avere luogo sette giorni prima del matrimonio religioso. Secondo il costume, questa cerimonia fa passare in modo giovanile il donna dello statuto di fidanzata a quella di sposina. Una volta questa cerimonia passata, gli eventuali altri pretendenti della giovane donna devono perdere ogni speranza di chiederla in matrimonio!
La Notte del henné nella tradizione magrebina

Sullo statuto della donna nell'islam

Contrariamente a ciò che accade nella maggioranza dei paesi musulmani, dove le donne hanno un statuto ereditato di una tradizione stabilita ad un'epoca dove un "maschilismo" mezzo-âgeux dominava le società del Medio Oriente, il Corano si è fissato per scopo di fare portare fuori le donne della gogna di quasi-schiavo dove il società bédouine li chiudeva...

Per esempio, El Tourabi ha considerato che egli "  hijab"  alcune donne significano annuvolarsi unicamente il busto ed una parte delle attrattive e non significare assolutamente non di mascherare le donne. L'islam non ha vietato inoltre, mai ad una donna prendere il ruolo dell'iman e la preghiera mista non è vietata. L'islam ha accordato tutti i suoi diritti alla donna, ha preceduto addirittura le legislazioni occidentali in questo campo. Ha chiamato la donna ad entrare nella vita politica, intellettuale, ideologica e sportiva, a contribuire all'elaborazione delle strategie e delle leggi che garantiscono questi diritti.



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